"Ti Benedico" è l'antico segreto che sospende l'esperienza del dolore quanto basta, per rimpiazzarla con un altro sentimento.
Quando benediciamo le persone o le cose che ci hanno feriti, interrompiamo momentaneamente il ciclo del dolore.
Non fa alcuna differenza che la sospensione duri un nanosecondo o una giornata intera.
Qualunque ne sia la durata, l'atto di Benedire ci spalanca una porta per cominciare a star meglio e voltare pagina.
Quando Benediciamo chi ci ha feriti, chiaramente non stiamo né giustificando l'accaduto, né segnalando il desiderio che l'evento si ripeta.
La Benedizione non giustifica né scusa in alcun modo nessuna atrocità o atto che infligga sofferenza.
Non appone sigilli di approvazione sugli eventi dolorosi , né tanto meno indica che sceglieremmo di rifare una data esperienza.
Quando Benediciamo chi ci ha feriti, chiaramente non stiamo né giustificando l'accaduto, né segnalando il desiderio che l'evento si ripeta.
La Benedizione non giustifica né scusa in alcun modo nessuna atrocità o atto che infligga sofferenza.
Non appone sigilli di approvazione sugli eventi dolorosi , né tanto meno indica che sceglieremmo di rifare una data esperienza.
La chiave di tutto sta nel sollevarsi dal dolore per il tempo necessario a riempire il cuore e la mente con qualcos'altro.
Spesso il potere della nostra Energia viene offuscato o bloccato dall'Energia negativa che ci teniamo dentro.
L'Energia per esprimere completamente il suo potenziale deve essere libera di fluire.
Per questo è necessario rimuovere i blocchi energetici.
L'Energia negativa si accumula in seguito ad esperienze negative non risolte.
Le emozioni negative non risolte restano bloccate nel nostro campo energetico.
La Benedizione ha il compito di rimuovere i blocchi energetici.
Alcuni possono avere l'impressione che il meccanismo di difesa con cui hanno nascosto a se stessi le proprie ferite funzioni talmente bene da convincersi di aver guarito l'esperienza.
Si può perfino arrivare a credere di aver dimenticato ciò che ci ha fatto male.
Il corpo umano però non dimentica.
Le ricerche hanno dimostrato che il DNA e le nostre cellule, sono in diretta comunicazione con le emozioni che proviamo rispetto alle nostre esperienze di vita.
Per ogni emozione il corpo crea una risposta chimica corrispondente.
Attraverso il rilascio di ormoni che affermano la vita, come il DHEA (deidroepiandrosterone), o che la negano, come il cortisolo, sperimentiamo letteralmente quella che potremmo definire come una chimica "dell'amore" o "dell'odio".
Ha senso quindi trovare un modo per trasformare qualunque cosa ci abbia feriti in una nuova esperienza capace di aiutarci.
La formula della Benedizione ci aiuta a compiere questa trasformazione.
La Benedizione ha il compito di rimuovere i blocchi energetici.
Alcuni possono avere l'impressione che il meccanismo di difesa con cui hanno nascosto a se stessi le proprie ferite funzioni talmente bene da convincersi di aver guarito l'esperienza.
Si può perfino arrivare a credere di aver dimenticato ciò che ci ha fatto male.
Il corpo umano però non dimentica.
Le ricerche hanno dimostrato che il DNA e le nostre cellule, sono in diretta comunicazione con le emozioni che proviamo rispetto alle nostre esperienze di vita.
Per ogni emozione il corpo crea una risposta chimica corrispondente.
Attraverso il rilascio di ormoni che affermano la vita, come il DHEA (deidroepiandrosterone), o che la negano, come il cortisolo, sperimentiamo letteralmente quella che potremmo definire come una chimica "dell'amore" o "dell'odio".
Ha senso quindi trovare un modo per trasformare qualunque cosa ci abbia feriti in una nuova esperienza capace di aiutarci.
La formula della Benedizione ci aiuta a compiere questa trasformazione.
Quando compiamo la scelta di Benedire, in ciascuna situazione ci sono tre componenti o gruppi di persone di cui tener conto.
Chi prova la sofferenza, la causa della sofferenza, e chi ne è stato testimone e resta.
Benedire coloro che soffrono.
La prima area verso cui dirigere la nostra benedizione è quella della sofferenza provata da chi è stato ferito, che potremmo anche essere noi stessi.
Benedire la causa della sofferenza, qualunque essa sia.
Questa è la parte più difficile, ma purtroppo è anche quella che causa i blocchi maggiori.
Benedire i testimoni della sofferenza.
Questa parte del processo di benedizione è la più sottovalutata. Infatti, al rapporto che si stabilisce fra coloro che soffrono e coloro che causano la sofferenza, va ad aggiungersi anche la componente di chi, essendo stato testimone del dolore altrui, deve riuscire a dare un senso a ciò che resta. Questi testimoni siamo noi.
Per poter ricevere i benefici della Benedizione bisogna prima concederla.
Per prima cosa trovate un luogo tranquillo dove nessuno possa udire ciò che state per dire.
Poi iniziate a pronunciare ad alta voce la formula che segue.
LA BENEDIZIONE.
Io benedico _____________________
( inserite il/i nome/i di coloro che stanno soffrendo o hanno sofferto.)
Io benedico ______________________
(Inserite il/i nome/i della persona o cosa che ha inflitto la sofferenza. E' importante essere il più specifici possibile.)
Io benedico me stesso/a in quanto testimone.
Il ruolo reale della Benedizione è quello di liberarci dalle nostre esperienze dolorose.
Dà atto cioè che tali eventi, qualunque essi fossero, fanno ormai parte del passato.
RiccaMente
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