Intenzione, può Influenzare il Passato?



Nel 2001 Leonard Leibovici, professore israeliano di medicina interna, decise di condurre uno studio un pò particolare.

Selezionò un gruppo di quasi quattromila persone che avevano  contratto un'infezione mentre erano ricoverate in ospedale, presso il Rabin Medical Center.

 Leibovici stabilì un rigido protocollo, utilizzando un generatore di numeri casuali per suddividere i partecipanti in due gruppi. 
Uno dei gruppi avrebbe ricevuto delle preghiere con l'intento di favorire la loro guarigione, mentre l'altro no.
Né i pazienti né lo staff dell'ospedale sapevano chi veniva trattato e chi no, o addirittura che fosse in corso uno studio.

I nomi dei prescelti venivano comunicati ad una persona che diceva una breve preghiera per il benessere e la piena ripresa del gruppo, trattato nel suo insieme.

Quando Leibovici analizzò i dati che riguardavano  il numero dei decessi nell'ospedale, la durata complessiva del ricovero e la durata della febbre, scoprì che il gruppo che aveva ricevuto le preghiere, aveva subito meno decessi rispetto all'altro. Inoltre, coloro che avevano ricevuto la preghiera, ebbero una durata molto più ridotta della febbre e della degenza ospedaliera e, in generale, si ripresero meglio dell'altro gruppo.

La particolarità di questo studio sta nel fatto che la "preghiera" è stata fatta nel 2000, ma i pazienti trattati erano stati in ospedale tra il 1990 e il 1996.
La preghiera venne quindi effettuata tra i quattro e i dieci anni più tardi!

Tra il 1979 e il 2007, al Princenton Engineering Anomalies Researches  (PEAR), Robert Jahn, preside della facoltà di ingegneria di Princeton e la sua collega la fisica Brenda Dunne, hanno condotto degli studi per dimostrare il potere dell'intenzione direzionata ad influenzare dei macchinari.

REG
Per questi studi venivano utilizzati i REG, Random Event Generator, ovvero generatori di eventi casuali, una specie di testa o croce meccanico, basato sui numeri uno e zero.
Le persone poste davanti a queste macchine, dovevano semplicemente " desiderare " che uscisse più volte il numero uno rispetto allo zero o viceversa.
I risultati di questi esperimenti furono che le persone potevano influenzare la macchina in modo correlato con le loro intenzioni.

Nel corso di questi esperimenti, venne anche testata la "retrointenzione".

Nel corso di 86.000 di questi esperimenti, venne richiesto di tentare di influenzare mentalmente gli esiti casuali (testa o croce) del REG, in una qualsiasi direzione specifica, da tre giorni a due settimane DOPO che le macchine avevano svolto il loro lavoro.
In pratica il desiderio di deviare il risultato in una direzione piuttosto che in un'altra, veniva espresso prima o dopo che venisse azionata la macchina.

Complessivamente gli esperimenti "spostati nel tempo", ottennero risultati addirittura superiori a quelli standard.

La retrocasualità è stata spiegata dettagliatamente dal fisico olandese Dick Bierman, dal suo collega Joop Houtkooper dell'Università di Amsterdam e dal fisico Helmut Schmidt.

Schmidt collegò il REG ad un dispositivo acustico in modo che producesse dei "click" che potessero essere sentiti, per mezzo di cuffie, dall'orecchio destro o dal sinistro.
Azionò la macchina e registrò il tutto su un nastro accertandosi che nessuno, lui compreso, stesse ascoltando.

Una copia del nastro fu messa sotto chiave e le altre furono distribuite a degli studenti di medicina chiedendo loro di influenzare il nastro affinché sentissero più "click" nell'orecchio sinistro.

Una delle copie del nastro venne fatta scorrere senza che nessuno l'ascoltasse e questa, come previsto, produsse un numero di click equamente distribuiti tra destra e sinistra.

In seguito furono analizzati sia i nastri ascoltati dagli studenti, sia quelli posti sotto chiave. 
In entrambi i casi si ebbe il 55% di click in più nell'orecchio sinistro.

Schmidt disse : 
"I partecipanti all'esperimento non hanno cambiato il nastro dopo che era stato creato, ma la loro influenza, procedendo "a ritroso nel tempo", ha influenzato il risultato della macchina, nell'istante stesso in cui esso era stato registrato.
Essi non cambiarono il passato da com'era prima, ma lo influenzarono mentre si stava dispiegando come presente cosicché esso diventò ciò che era".





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